Lotto Soudal, Thomas De Gendt: “Ho avuto paura per quanto successo a Sonny Colbrelli. Non voglio morire facendo il mio sport”
Thomas De Gendt non nasconde le sue paure. A pochi giorni dal via di un Giro d’Italia 2022 in cui difficilmente sarà protagonista in prima persona, almeno nelle prime settimane, il belga racconta le difficoltà di un inizio di stagione segnato dal covid e dai problemi di salute, che lo hanno portato a riflettere. Anche considerando quanto successo ad alcuni colleghi, con ovviamente Sonny Colbrelli in testa, il corridore della Lotto Soudal spiega le sue difficoltà nella preparazione e di essere stato molto attento, consapevole dei rischi che si corrono nel
“È stata una bronchite a mandarmi al tappeto – racconta a Humo – Inizialmente non era così male, solo qualche problema respiratorio, ma senza febbre come invece ha avuto Colbrelli. Dopo la Parigi – Nizza sono andato anche alla Nokere Koerse, ma poi dopo due giorni alla Volta a Catalunya mi sono sentito molto peggio. Sentivo una specie di rantolo quando respiravo. Ho avuto anche la febbre e ho dovuto stare sei giorni lontano dalla bici e non ci voleva a così poco tempo dal Giro”.
Ricordando di aver dovuto lasciare la Corsa del Sole l’ultimo giorno proprio perché cominciava a sentirsi male, peraltro in una giornata di pioggia, l’esperto corridore belga sottolinea i rischi per gli atleti di alto livello nel contrarre il covid: “Chiunque viene colpito dall’infezione e perde il 10% di capacità polmonare non se ne accorge nella sua quotidianità, ma per un atleta c’è una differenza enorme. Se continui a correre e ti arriva al cuore, la tua carriera è finita. “Basta guardare Tim Declercq (colpito da pericardite, ndr), non c’è mancato molto. E quando è successo anche a Colbrelli, ho avuto molta paura“.
Sul tema, parlando di Remco Evenepoel, non manca anche qualche considerazione sulla sicurezza e sui pericoli che i ciclisti si trovano davanti (e come li affrontano): “Nel corso della mia carriera ho visto molti corridori a terra, colpiti duramente. Purtroppo, se non sono morti, tendi a dimenticare. Molti sono stati molto male per quanto successo a Bjorg Lambrecht perché lo hanno visto morire […] È difficile capire che si può morire in modo così banale. Quanta sfortuna ha avuto Bjorg? Nel mese di febbraio Jarrad Drizners è caduto all’UAE Tour e come Bjorg ha avuto una forte emorragia interna. Si è trattato di una differenza di qualche millimetro, altrimenti sarebbe morto anche lui. Quando sei giovane non realizzi che una semplice caduta può ucciderti. Ma dopo 14 anni nel gruppo, ho visto molti corridori morire e sono consapevole del pericolo. Andare in discesa a 80 km/h con queste ruote così sottili che possono esplodere a causa di un sasso… Non importa quanto cerco di non pensarci quando sono in bici, questa cosa mi torna sempre in mente. Non voglio morire facendo il mio sport”.
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